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La Turchia spara su medici e ambulanze. Colpita clinica d’emergenza a Serêkaniye

La denuncia della Mezzaluna rossa curda e della Ong italiana Un ponte per, costrette ad arretrare la linea dell’intervento umanitario a sostegno dei feriti vicino al fronte. «Violata la Convenzione di Ginevra, ci saranno molti più morti»

«Tra le 7 e le 8 di sabato 12 ottobre, l’aviazione militare turca ha colpito uno dei presidi sanitari di emergenza costruiti a sud di Ras Al Ain insieme alla Mezzaluna Rossa Curda (Krc). Due medici della Krc sono stati feriti e le nostre ambulanze sono state danneggiate». La denuncia è stata lanciata poco fa da Un Ponte Per, unica Ong italiana attiva nel nord-est della Siria per il sostegno umanitario delle popolazioni colpite prima dall’Isis e ora dalla Turchia.

Poche ore prima la Mezzaluna Rossa Curda (Hevy Sor A Kurd), con cui Un Ponte Per collabora per garantire ai civili l’accesso alle cure mediche, aveva scritto: «Questa mattina il nostro punto di stabilizzazione del trauma a sud di Raselein / Serêkaniye è stato colpito. Un autista è rimasto ferito e le nostre ambulanze danneggiate. Successivamente il punto di assistenza medica è stato evacuato. Non è la prima volta che il nostro team è preso di mira nelle ambulanze. Al momento non siamo in grado di raggiungere Ras Al Ain perché le ambulanze sono sotto tiro».

Alcune fonti locali ci confermano la gravità della situazione. «Sparare sulle ambulanze che operano a ridosso della frontiera, quindi vicino alla linea del fronte, significa impedire l’intervento umanitario – racconta un operatore – Vuol dire che mezzi e personale medico non possono andare a prendere i feriti proprio nella zona in cui sono di più, che l’intervento deve essere spostato più a sud. Questo causerà molti più morti, soprattutto civili».

«I civili stanno pagando un prezzo altissimo dell’invasione turca – scrive in un altro post la Mezzaluna rossa curda – Non siamo in grado di rispondere come è necessario perché l’esercito turco sta prendendo direttamente di mira i nostri team umanitari. Hanno colpito il villaggio di Alok, nelle vicinanze di Ras Al Ain, che è la principale riserva di acqua per centinaia di migliaia di civili. Sia l’ospedale di Ras Al Ain che quello di Tal Abyad sono fuori servizio a causa degli attacchi deliberati. Ieri l’ospedale di Kobane è stato fuori servizio per tre ore perché i vicini raid aerei lo hanno danneggiato. Il nostro punto di stabilizzazione dei traumi (Tsp) nelle vicinanze di Ras Al Ain è stato colpito, il nostro personale ferito e due ambulanze danneggiate. Abbiamo dovuto abbandonare completamente il Tsp».

Gli attacchi contro i civili e contro le organizzazioni mediche e umanitarie dell’esercito turco violano la Convenzione di Ginevra e costituiscono crimini di guerra. «Chiediamo con forza che le istituzioni internazionali si adoperino perché il diritto umanitario internazionale e la Convenzione di Ginevra siano rispettate: le strutture mediche, il personale medico-sanitario, gli operatori e le operatrici umanitarie devono essere protette in tempo di guerra e non possono diventare un target. Così come non possono diventarlo le popolazioni e le infrastrutture civili», scrive ancora Un ponte per.

Mezzaluna rossa Kurdistan Italia onlus, con base a Livorno, ha aperto un crowdfunding per inviare sostegno ai medici impegnati in questo momento in Rojava. Si può contribuire a questo link.

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