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Kurdistan

Diplomatico USA parla di pulizia etnica in Siria del nord

In una nota interna il diplomatico USA William Roebuck critica aspramente l’amministrazione Trump per il suo ritiro dalla Siria del nord e parla di „pulizia etnica“.In una nota interna il diplomatico di spicco statunitense William Roebuck ha criticato il ritiro degli USA dal confine della Siria del nord attraverso il quale le forze curde sono state lasciate sole di fronte all’invasione turca. Ha dichiarato che le milizie sostenute dalla Turchia starebbero commettendo „crimini di guerra e pulizie etniche“. Roebuck è vice inviato speciale degli USA presso la coalizione anti-IS sotto l’incaricato speciale per la Siria James Jeffrey.

Roebuck nella sua lettera chiede se una diplomazia statunitense più dura invece di minacce di più aspre sanzioni economiche e pattuglie militari rafforzate potrebbero far recedere la Turchia dall’attacco. Misure simili in precedenza avevano già impedito alla Turchia di attaccare. Ha ammonito rispetto al fatto che il caos causato dagli USA nella regione rende possibile una risalita di „Stato Islamico” (IS) e ha sottolineato che il ritiro delle forze armate USA ha danneggiato gravemente, se non in modo irreparabile, la fiducia dei curdi. La nota è stata inviata a Jeffrey e una serie di altri diplomatici che si occupano della politica USA in Siria. La nota di Roebuck chiarisce quando forte sia la critica per il ritiro USA, anche all’interno del governo statunitense.

Il ritiro ordinato di Trump dal nordest della Siria è stato leggermente rallentato dall’impiego di forze armate per la protezione dei giacimenti petroliferi nelle zone curde, dei quali alcuni sono soggetti a attacchi da parte di IS, così Roebuck nella nota. Ma dice anche che questo impegno sostiene la convinzione di lungo corso in Medio Oriente, che gli USA siano interessati alla regione solo per il suo petrolio.

Il Ministero degli Esteri ha rifiutato di confermare o smentire l’esistenza della nota di Roebuck, ha però accennato che ci sarebbero pesanti contraddizioni interne. „Nessuno può negare che la situazione in Siria sia molto complicata e che non ci sono soluzioni semplici e decisioni semplici”, ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri USA Morgan Ortagus. „Il compito di questo governo è di fare la cosa migliore per la sicurezza degli USA e il popolo statunitense.“

L’incaricato speciale USA per la Siria James Jeffrey attualmente si è recato a Ankara per colloqui con la Turchia sull’introduzione di un accordo del 17 ottobre che è stato negoziato dal vice Presidente Mike Pence e che ha creato una zona cuscinetto lungo parti del confine turco-siriano. Mercoledì un funzionario USA ha detto che Jeffrey ha espresso preoccupazione rispetto a presunti crimini di guerra.

Fonte: ANF

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