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Opinioni e analisi

Migliaia in fuga

Jihadisti attaccano la città assira nel nord della Siria. Le FDS respingono l’appello a entrare nell’esercito sirianoLe Forze Democratiche della Siria (FDS) hanno respinto un appello del Ministro della Difesa siriano secondo il quale i loro membri per la lotta contro la guerra di aggressione turca, dovrebbero entrare nell’esercito siriano-arabo (ESA). Curdi e arabi si trovano di fronte a un »nemico comune« e devono unire le loro forze contro l’invasione turca per »riconquistare ogni metro del nostro amato territorio siriano«, aveva dichiarato mercoledì il Ministero della Difesa. Per questo l’esercito siriano sarebbe »disposto a accogliere i membri e le unità che siano pronti all’adesione«.

L’appello ha seguito di poco la richiesta di un’amnistia generale per membri delle FDS, presentata con una lettera al Presidente siriano Bashar Al-Assad da un gruppo di capi tribù arabi dell’est della Siria. Il comando generale delle FDS nella sua risposta ha apprezzato tutti gli sforzi di »raggiungere un atteggiamento unitario rispetto all’aggressione turca contro il nostro Paese e popolo«, ma l’appello del Ministero della Difesa a una »adesione individuale« di appartenenti alle FDS all’ESA è stato invece respinto dal comandante Mazlum Abdi come »non gradito«. Nel caso ci sia un serio desiderio di integrazione delle FDS nell’ESA, questo andrebbe discusso con i loro vertici. Un inserimento può essere raggiunto »solo attraverso una soluzione politica che riconosce l’autonomia delle FDS nella regione da loro protetta«. Questo avrebbe come premessa una ristrutturazione dell’esercito siriano come »tetto« per diverse forze.

Il Ministero degli Interni siriano intanto ha invitato membri delle Asajich – questo il nome della milizia popolare responsabile per la sicurezza interna nei territori autonomi del nordest della Siria – a entrare nella polizia siriana. Dal Ministero dell’Istruzione è arrivata l’offerta di risarcire allievi e studenti del territorio autonomo per la sospensione delle lezioni a seguito della situazione di sicurezza degli ultimi anni. Ma contrariamente a questa rappresentazione, nella regione di amministrazione autonoma negli ultimi anni è stato costruito un sistema scolastico in cui però non si insegna più secondo il piano di studi arabo-nazionalista di Damasco, ma secondo un curriculum orientato agli ideali della regione autonoma in cui per esempio svolge un ruolo centrale la questione della parità di diritti delle donne, e oltre all’arabo sono riconosciute come lingue ufficiali di insegnamento anche il curdo e l’assiro.

Mercoledì ci sono stati pesanti scontri in particolare nella regione intorno alla città di Tel Tamer. La città abitata in prevalenza da assiri cristiani, si trova otto chilometri a est della zona di occupazione riconosciuta a Ankara nel memorandum di Sochi tra il governo russo e quello turco. Nel 2015 combattenti curdi chiamati in soccorso dagli assiri, avevano impedito un’occupazione della città da parte della milizia jihadista »Stato Islamico«. Ora migliaia di abitanti di Tel Tamer e dei villaggi circostanti sono in fuga dai mercenari dell’esercito turco.

Le FDS e il Consiglio Militare degli assiri che nella notte sono stati impegnati in duri scontri con gli jihadisti, secondo quanto riferito dall’agenzia stampa curda ANF hanno avuto fuoco di copertura dall’artiglieria siriana. I soldati siriani muniti solo di armi leggere, mercoledì si erano invece ritirati da alcune zone del confine per mancanza di appoggio aereo da parte dell’aviazione russa o siriana, mentre gli aerei da combattimento statunitensi sorvolavano la zona dei combattimenti. Lo spazio aereo sulla Siria del nord e dell’est sarebbe ancora sotto il controllo degli USA, ha dichiarato il portavoce delle FDS Mustafa Bali giovedì attraverso il servizio di notizie brevi Twitter. Lo spazio aereo sarebbe aperto dal 9 ottobre agli aerei turchi, mettendo da tre settimane l’esercito turco e i suoi mercenari in condizioni di attaccare la regione, ha affermato Bali, attribuendo così indirettamente la responsabilità a Washington.

Per sabato è annunciata una giornata internazionale di azione [in Italia e in alcuni altri Paesi la data è stata anticipata a oggi, venerdì 1 novembre NdT] per protestare contro la guerra di aggressione turca e per esprimere solidarietà all’Amministrazione Autonoma della regione di autogoverno Rojava con grandi manifestazioni in molte città.

di Nick Brauns

da junge Welt

https://www.jungewelt.de/artikel/365913.nordsyrien-tausende-auf-der-flucht.html

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