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Kurdistan

Istanbul: Attacco razzista contro azione di solidarietà

A Istanbul una manifestazione contro l’espulsione di persone siriane in cerca di protezione è stata attaccata sia dai fascisti sia dalla polizia.Una manifestazione contro l’espulsione decisa dal Ministero degli Esteri turco e dal governatore di Istanbul è stata attaccata da razzisti. La manifestazione nel parco Saraçhane era stata convocata dal diverse associazioni. Ci sono stati diversi arresti.

Il parco già alla vigilia era stato circondato dalla polizia. Le e gli attivist* della coalizione e rappresentanti della stampa hanno potuto raggiungere la piazza solo dopo un controllo dei documenti. Alla domanda sulla ragione di questa azione arbitraria, la polizia ha risposto che voleva impedire l’accesso a profughi siriani.

Non stranieri, ma fratelli e sorelle

Nella manifestazione, alla quale ha partecipato un numero vistosamente alto di donne, è stata chiesta la fine della repressione contro i e le migranti e protestato contro l’espulsione di persone siriane in cerca di protezione. „Non sono stranieri, ma fratelli e sorelle“, era scritto su uno striscione.

Ridvan Kaya, il Presidente dell’Associazione Mazlum nel suo intervento ha dichiarato che l’estradizione di profughi che non sono registrati a Istanbul verso altre province o campi non è una soluzione. Ha ricordato la Convenzione di Ginevra del 1951, ratificata anche dalla Turchia. Le misure repressive non sarebbero una soluzione, andrebbero invece coinvolte organizzazioni della società civile in base al diritto internazionale e alle disposizioni turche.

Arresti da entrambe le parti

Mentre venivano fatti altri interventi, un gruppo fascista è comparso sulla piazza, ha fatto il segno dei Lupi Grigi e gridato slogan razzisti. Ci sono stati scontri a seguito dei quali è intervenuta la polizia arrestando sostenitori di entrambe le parti. I e le partecipanti alla manifestazione a fronte di questa provocazione hanno scandito: „Viva la fratellanza, abbasso il fascismo!“

Espulsioni da Istanbul verso Efrîn

Su indicazione del Ministero degli Interni il governatore di Istanbul ha avviato una ricerca di persone siriane in cerca di protezione che non sono registrate in città. Ufficialmente gli interessati verrebbero portati in altre province della Turchia nelle quali sono registrati. A Istanbul quindi è scattata una vera e propria caccia ai profughi siriani. Nei media sono comparse immagini di un trasporto nel quale gli interessati hanno manette di plastica. Martedì scorso dal cantone di Efrîn nel nord della Siria occupato dalla Turchia, è stato riferito che era arrivato in città un autobus con circa cento profughi siriani provenienti dalla Turchia.

Fonte: ANF

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