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Ciao Orso! Foto e racconto della giornata del 23 giugno

Nella mattina di oggi, 24 giugno, sul sagrato della Basilica di San Miniato si è svolta una cerimonia laica durante la quale centinaia di persone si sono strette intorno ai genitori di Lorenzo ‘Orso’ Tekoser. Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo, indossando una sciarpa gialla-rossa-vede è intervenuto dicendo: „Lorenzo ci ha fatto conoscere i curdi e il Kurdistan. Ora capisco meglio quanto aveva ragione. Continuerò a sostenere la giusta lotta dei curdi. Dove regna il fascismo bisogna opporre resistenza.“

La tumulazione è poi avvenuta in forma privata nel cimitero delle Porte Sante.

Racconto della giornata del 23 giugno

Domenica Alle 9,30 del 23 giugno in tante/i ci siamo radunati all’ospedale di Careggi per poi accompagnare in corteo il feretro di Lorenzo fino al centro Società di Mutuo Soccorso di Rifredi.

Un corteo con in testa lo striscione” per Orso, per Tekoser, per tutte/i le/i combattenti per la libertà” e con centinaia di compagne/i giunte/i da varie regioni e paesi europei , con le bandiere del PKK, di YPG e JPG, dell’Anpi, dei Cobas e di altre associazioni: un percorso meno di un chilometro per giungere la Centro SMS di Rifredi, dove in un grande salone ha trovato posto il feretro ed è subito iniziata la veglia funebre con migliaia di persone che hanno l’ultimo saluto e tributo a Lorenzo.

Verso le 11,dopo che sono giunti i bus da Roma, Cosenza e Torino, è iniziata la commemorazione di Orso .Per primo ha preso parola il babbo di Lorenzo , Alessandro, presente anche mamma Annalisa, ribadendo che ” Lorenzo ha insegnato alcune cose con la sua vita, una di queste è che non si lotta da soli, non si deva mai perdere la speranza, essere capaci di sacrificare qualche cosa di noi per quello in cui crediamo” . E concludendo: “Spero che la sua vita smuova qualcosa nella nostra società. Lui è andato a combattere con i curdi ma quella dei curdi è anche la nostra lotta, quella internazionale messa tante volte in campo e che ha portato gli italiani a combattere là dove libertà e democrazia sono messi in discussione. E’ anche la lotta a casa nostra contro il fascismo e a favore della solidarietà, della vicinanza, dei più deboli, della democrazia e della partecipazione. Spero che la società riparta, voglio far mia la speranza di Lorenzo in questo. Dobbiamo iniziare a essere quella società che vogliamo”.

Poi si seguito, il portavoce della comunità curda di Firenze, la presidente del SMS Rifredi, dei compagni anarchici, dell’Anpi, degli studenti medi fiorentini, di una madre di un martire curdo, di internazionalisti svizzeri e tedeschi , del “nostro” Erol e altri ancora fino alle 13.

La commemorazione ha ripreso alle 17, nel piazzale stracolmo di ulteriori compagne/i sopraggiunti dalle varie province toscane, da Bologna, Milano, Brescia, Napoli e da ogni dove.

Di nuovo ha ripreso parola babbo Alessandro ringraziando tutte/i e spronandoci ha contribuire alla costruzione della nuova società a cui aspirava e per cui combatteva Lorenzo.

E a seguire fino alle 19 decine di noi, tra cui la portavoce dei 5 compagni combattenti accusati in Italia( di cui i primi 2 già assolti da queste odiose accuse) Eddi che ha iniziato col dire “I martiri non muoiono perché donare la vita è il contrario di perderla quindi Lorenzo ha deciso di donare a tutti la sua vita. Il suo sacrificio ci insegna che si può morire prima che il cuore si fermi e che si può sopravvivere anche dopo il suo ultimo battito….“Ti ricorderemo ogni giorno la vita finisce nell’indifferenza. Ci manchi, ti vorremmo qui ma tu sei qui ed ecco perché siamo convinti che la morte di un combattente sia un dolore ma non una tragedia perché la tragedia si consuma in ogni giorno in cui accettiamo l’ingiustizia”. Per poi concludere ” “Lorenzo è partito per combattere contro la prevaricazione e sfruttamento e solitudine. È stato un combattente valoroso, ma quando pensiamo al suo coraggio ancora più alto del rumore delle armi deve risuonare la sua risata perché lì possiamo trovare la ragione di una lotta che ci unisce in tutto il mondo. Sentirsi vicini quando siamo diversi, sfidare le barriere e sentire la sofferenza altrui ovunque. Se vogliamo vedere quella tempesta dobbiamo essere ogni giorni quella goccia”.

Poi si sono alternati, rappresentanti curdi, di UIKI, di Rete Kurdistan, di Rete Jin, gli anarchici toscani, alcune sezioni Anpi, un consigliere e un assessore del comune( che annuncia la presenza del gonfalone di Firenze all’inumazione del 24/6),del CPA di Firenze, degli studenti e di altri ancora ” accomunati nell’impegno a mantenere alta la bandiera di Lorenzo nel sostegno alla resistenza curdo e alla liberazione- coesistenza dei popoli nel martoriato Medio Oriente, contro l’imperialismo delle superpotenze e loro alleati nella regione, contro il regime fascista di Erdogan di cui è prevedibile il crollo ( anche dopo la sonora batosta di Istanbul).

Come delegazione romana ci siamo salutati con i genitori di Lorenzo dandoci appuntamento al 27 giugno a Roma , quando a Monte Sacro verrà intitolato a Lorenzo il Parco Nomentano.

Vincenzo Miliucci, Rete Kurdistan Roma

 


 


 


 


 


 


 

 

 


 


 


 


 


 


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