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Kurdistan

Ankara gioca con il fuoco nel Mediterraneo

Continua l’escalation nella disputa sul gas tra Turchia e Cipro. Governo nord-cipriota viene messo in riga

di Nick Brauns

Dall’inizio della scorsa settimana la Turchia conduce l’esercitazione navale più grande della sua storia. La »operazione pesce lupo«, con circa 130 navi, secondo il Ministro della Difesa Hulusi Akar serve a proteggere i diritti della Turchia nell’Egeo, nel Mediterraneo orientale e a Cipro. Nel 2011 nel Mediterraneo orientale sono stati scoperti dei giacimenti di gas dei quali la Turchia vuole la sua parte. Ankara per questo pretende quasi tutta la regione marittima intorno a Cipro, sopratutto intorno alla »Repubblica Turca di Cipro del Nord« (KKTC). Quest’ultima è uno Stato fantoccio riconosciuto solo da Ankara nella parte settentrionale dell’isola, occupata dalla Turchia dal 1974.

Dall’inizio di maggio la nave da ricognizione »Fatih« esegue sondaggi circa 60 chilometri a est di Cipro – ampiamente all’interno della zona di 200 miglia dell’isola. L’UE ha condannato il modo di procedere turco nei confronti del suo Stato membro Cipro. Ma finora non è stato possibile eseguire un mandato di cattura emesso dal governo cipriota contro l’equipaggio della Fatih.

Alla metà della scorsa settimana il governo cipriota ha stipulato con Parigi un accordo militare sull’uso dell’aeroporto di Paphos e di una base navale presso Larnaka. La Francia si sarebbe detta d’accordo sull’impedire alla Turchia ulteriori sondaggi attorno a Cipro, ha riferito lunedì da Londra il quotidiano arabo Asharq Al-Awsat. Anche Parigi segue i propri interessi energetici. Così un consorzio franco-italiano, di cui fanno parte i gruppi Total e ENI, ha ampliato la propria presenza davanti a Cipro.

Intanto Ankara è impegnata a far assumere il potere nella »Repubblica Turca di Cipro del Nord« ad un governo rigidamente nazionalista. Ufficialmente la locale coalizione di quattro partiti a guida socialdemocratica, due settimane fa si è rotta per accuse di clientelismo. Ma la vera ragione del suo fallimento è stato il rifiuto di Ankara di garantire fino al 2021 il finanziamento delle liberalità dalla »madre patria«, dalle quali dipende la sua colonia nel Mediterraneo. »La Turchia si comporta nei confronti dei turco-ciprioti come se fosse il Fondo Monetario Internazionale FMI. Esige riforme strutturali come privatizzazioni su ampia scala, di fronte alle quali arretra la maggioranza dei partiti locali«, ha commentato in proposito Mete Hatay del Centro-Cipro dell’Istituto di Ricerca per la Pace di Oslo (IRPO) per l’edizione attuale del settimanale cipriota Financial Mirror.

Il Presidente nord-cipriota Mustafa Akinci appartenente alla sinistra liberale e poco amato ad Ankara, ha incaricato del governo Ersin Tatar, il Presidente del Partito dell’Unità Nazionale (UBP) conservatore di destra. Il partner dei desideri dell’UBP, strettamente legato al partito di governo AKP, è il Partito Popolare Conservatore (HP), favorevole alle privatizzazioni. Solo un »governo saldo, nazionalista e capace« sarebbe in grado di difendere adeguatamente gli interessi turchi e nord-ciprioti davanti da Cipro, ha esultato l’editorialista del quotidiano turco Hürriyet Daily News, Yusuf Kanli già martedì a proposito di una »nuova era a Cipro nord«.

da junge Welt

https://www.jungewelt.de/artikel/355331.t%C3%BCrkei-zypern-ankara-z%C3%BCndelt-im-mittelmeer.html

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