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Rassegna Stampa

Preoccupazione per Leyla Güven

La deputata curda in carcere è in sciopero della fame da oltre due mesi- Da oltre due mesi Leyla Güven è in sciopero della fame a tempo indeterminato. Güven attualmente è l’unica deputata del Partito Democratico dei Popoli (HDP) di sinistra ancora in carcerazione preventiva nel carcere di Diyarbakir. Siccome da Presidente della confederazione legale »Congresso per una Società Democratica« (DTK) aveva definito l’ingresso dell’esercito turco nella regione di Afrin nel nord della Siria nel gennaio 2018 come »occupazione«, la procura dello stato la accusa di appartenenza a un’organizzazione terroristica.

Ma con il suo sciopero della fame iniziato l’8 novembre 2018 Güven non protesta contro la sua carcerazione. Chiede la rimozione dell’isolamento del Presidente del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), Abdullah Öcalan. Quest’ultimo è stato condannato all’ergastolo e dal suo arresto avvenuto 20 anni fa si trova sull’isola carcere di Imrali nel Mar di Marmara. Da oltre due anni manca qualsiasi segno di vita, né i suoi avvocati o deputato possono fare visita al precursore del movimento di liberazione curdo.

Le condizioni di salute della 55enne Güven a seguito dello sciopero della fame peggiorano a vista d’occhio. Da una settimana la deputata per via della sua debolezza fisica non può più ricevere i suoi avvocati, ha fatto sapere l’agenzia stampa curda Firat citando parenti. Le condizioni di salute di Güven sarebbero »ormai a rischio per la vita«, ha dichiarato giovedì la portavoce del gruppo HDP, Ayse Acar Basaran.

Nel frattempo 226 prigionieri del PKK si sono uniti allo sciopero della fame a tempo indeterminato di Güven. Altre centinaia hanno fatto scioperi della fame di solidarietà della durata di dieci giorni a rotazione. Nella città francese di Strasburgo tre settimane fa un gruppo di 15 politici curdi in esilio sono entrati in sciopero della fame.

In una dichiarazione pubblicata a metà della settimana deputati UE di sinistra chiedono la liberazione di Güven e la fine della repressione contro Öcalan. »Una soluzione della questione curda si può trovare solo con un dialogo pacifico e democratico, non con l’isolamento e il carcere«, si legge nella dichiarazione firmata tra gli altri da politici del partito irlandese Sinn Féin, da deputati del partito tedesco Die Linke e del partito greco Syriza, che è sostenuta anche da politici progressisti in Israele, Palestina e Siria.

In Turchia lo sciopero dei Güven invece, oltre che nell’HDP e tra alcuni pochi comunisti turchi, non ha eco. Nella stampa controllata dal governo non si legge niente, azioni di solidarietà pubbliche davanti alle sedi HDP vengono disperse dalla polizia. Il potenziale di pressione dello sciopero della fame fino alla morte è piuttosto bassi a fronte dell’intenzione dichiarata del Presidente Recep Tayyip Erdogan di voler cancellare il movimento curdo. Il messaggio di Güven è rivolto soprattutto alla popolazione curda alla quale in questo modo viene segnalata l’inflessibilità dei suoi rappresentanti politici.

 

di Nick Brauns
 Da junge Welt
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