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Siria

Bandiere siriane su Manbij

Truppe governative prendono posizione presso la città di importanza strategica. Venerdì l’esercito siriano (SAA) per la prima volta da sei anni ha spostato truppe nella zona circostante la città di Manbij nel nord della Siria. La città a ovest dell’Eufrate, fa parte della Federazione Democratica Siria del Nord e dell’Est, che non è riconosciuta Damasco. Sulla città sarebbe stata alzata la bandiera siriana, ha fatto sapere il comando generale dell’SAA in una dichiarazione diffusa dall’agenzia stampa ufficiale SANA. L’esercito con questo starebbe compiendo il suo dovere di garantire la sovranità nazionale, abbattere il terrorismo, scacciare invasori e occupanti e provvedere alla sicurezza dei cittadini.

Il tutto era stato preceduto da un invito del comando generale delle Unità di Difesa del Popolo curde (YPG) al governo di Damasco a »prendere il controllo su quei territori, come in particolare Manbij, dai quali le nostre forze si sono ritirate e di proteggere queste zone da un’invasione turca«, a fronte dell’annunciato ingresso della Turchia in Siria del nord e del rischio di espulsione della popolazione.

Le YPG hanno dichiarato di volersi concentrare sulla lotta contro »Stato Islamico« (IS) a est dell’Eufrate. Già nell’estate le YPG avevano ritirato i loro ultimi consulenti militari dalla città a maggioranza araba, liberata nel 2016 dal dominio di IS. Il locale Consiglio Militare tuttavia è collegato alle Forze Siriane Democratiche (FDS) formate intorno alle YPG.

Lo stazionamento di unità dell’SAA nella regione di amministrazione autonoma, evidentemente è stato negoziato nei giorni scorsi a Mosca tra una delegazione delle YPG e il governo russo, che agisce come forza protettrice del governo siriano. Il portavoce per le relazioni con l’estero del Partito dell’Unione Democratica (PYD), Salih Muslim, intanto ha respinto come falsi i rapporti dei media secondo i quali ora soldati siriani sarebbero entrati a Manbij. Le truppe governative sarebbero di stanza all’esterno della città, mentre il territorio cittadino resterebbe sotto il controllo del Consiglio Militare, ha dichiarato Muslim telefonicamente all’emittente curdo-iracheno NRT.

Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan quindi ha parlato di un’azione puramente »psicologica del regime siriano«. Se però Damasco dovesse ottenere nuovamente il controllo su territori finora tenuti dai curdi »allora noi non avremmo nulla da fare in Siria«, ha dichiarato Erdogan in Istanbul.

L’esercito turco dopo l’annuncio del Presidente USA Donald Trump di ritirare tutte le truppe statunitensi dalla Siria, aveva radunato sul confine armamenti pesanti nonché 15.000 mercenari jihadisti per un attacco contro Manbij. Lì attualmente accanto alle truppe USA interessate dal ritiro, si trovano anche unità speciali francesi.

di Nick Brauns

 

https://www.jungewelt.de/artikel/346206.abkommen-zwischen-damaskus-und-ypg-syrische-flaggen-über-manbidsch.html

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