Connect with us

Hi, what are you looking for?

Retekurdistan.it
Retekurdistan.itRetekurdistan.it

Rassegna Stampa

Mentre Trump afferma che non c’è ‘alcun accordo’ su Brunson, Erdogan aumenta le minacce in Siria nordorientale

Il pastore evangelico statunitense Andrew Brunson, detenuto in Turchia per oltre due anni per accuse di terrorismo, è ritornato negli Stati Uniti nelle prime ore della mattina di sabato [scorso]. In seguito ha incontrato il Presidente USA Donald Trump alla Casa Bianca, dove Brunson e la sua famiglia hanno ringraziato Trump e i membri del Congresso dei quali ha affermato che “sono stati al nostro fianco, hanno pregato per noi, [e] hanno lottato per noi.”

La Seconda Alta Corte di Izmir venerdì [12 ottobre] ha condannato Brunson, che in precedenza era agli arresti domiciliari, a tre anni, un mese e quindici giorni di carcere. Il giudice ha conteggiato la condanna rispetto al tempo passato in detenzione e tolto tutte le limitazioni di spostamento di Brunson, permettendogli di tornare negli Stati Uniti. Testimoni chiave nel processo hanno ritrattato precedenti dichiarazioni che collegavano Brunson a Gülenista e membri del PKK — i gruppi che era accusato di sostenere.

Sia Trump sia il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan si sono precipitati a negare qualsiasi coinvolgimento nella sentenza.

“Non c’è stato ALCUN ACCORDO fatto con la Turchia per il rilascio e il ritorno del pastore Andrew Brunson. Io non faccio accordi su ostaggi,” ha scritto Trump in un messaggio inviato via Twitter nella prima mattina di sabato [scorso].

L’ufficio della presidenza turca ha affermato che il caso è prova dell’indipendenza della giustizia in Turchia. Secondo il quotidiano filo-governativo Daily Sabah, Erdogan ha affermato che “Dato che la Turchia è uno Stato di diritto, io non sono in una posizione per interferire con la giustizia. Qualsiasi cosa decida la giustizia, devo attenermi a quella decisione.”

Nonostante questo, NBC News due giorni prima dell’udienza aveva riferito che un accordo era stato negoziato due settimane prima, affermando che il consulente per la sicurezza nazionale John Bolton e il segretario di stato Mike Pompeo aveva avanzato un accordo in incontri che si sono svolti mentre funzionari turchi erano a New York per l’assemblea generale delle Nazioni Unite.

Il destino di Brunson era stato centrale nella politica USA nei confronti della Turchia negli ultimi mesi. Nel mese di agosto, Trump aveva dichiarato che avrebbe imposto “ampie sanzioni” alla Turchia se non fosse stato liberato e la sua detenzione continuativa è stata citata nella legge sulla difesa per l’anno fiscale 2019 come una ragione per fermare il trasferimento dei jet F-35. Funzionari USA hanno ripetutamente sollevato la questione in discussioni con le loro controparti turche.

Ore dopo l’emanazione della sentenza su Brunson, fonti delle YPG hanno affermato che forze turche hanno bombardato il confine siriano nei pressi di Kobani, attaccando le città di Ashma, Bebana, Ziarat, e altre tra Kobani e Serekaniye, ferendo un civile. Il governatore della provincia turca di Gaziantep, che confina con Manbij controllata dalle FSD, ha dichiarato un aumento della sicurezza lungo il confine — appena un giorno dopo che Erdogan aveva minacciato le FSD sul posto dicendo che “Ora stanno scavando trincee a Manbij. Cosa significa? Significa che ‘noi abbiamo preparato le tombe, venite e seppelliteci’…Noi faremo quanto necessario.”

Gli USA hanno ripetutamente sottolineato che le sue forze nell’area difenderanno se stesse se Manbij è attaccata. In precedenza quest’anno ufficiali USA e turchi avevano raggiunto un accordo per pattuglie congiunte all’esterno della città — ma l’implementazione dell’accordo è stata rinviata, Erdogan affermava [in proposito] che “non è molto,” ma non entrerà in vigore ora.

Manbij resta un chiaro sito di contenzioso tra USA e Turchia anche dopo il rilascio di Brunson, ed è improbabile che minacce contro questa o altre parti della Siria nordorientale dove c’è una presenza della coalizione siano collegate direttamente ai termini di un qualche accordo su Brunson. Le azioni di venerdì [12 ottobre] in Siria intendevano piuttosto distrarre l’attenzione del pubblico turco da Brunson e mettere in guardia gli USA rispetto al fatto che le relazioni non sono del tutto ripristinate — anche se Trump, nello stesso posto su Twitter in cui ha negato l’accordo, ha detto che il rilascio di Brunson potrebbe portare a “buone, forse ottime, relazioni tra Stati Uniti [e] Turchia.”

https://theregion.org/article/13172-while-trump-stresses-quot-no-deal-quot-over-brunson-erdogan-escalates-threats-northeast-syria

 

di Meghan Bodette  The Region

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

5X1000 a UIKI Onlus

5 x Mille a
Ufficio di Informazione del Kurdistan In Italia Onlus
Codice Fiscale: 97165690583

IBAN: IBAN: IT89 F 02008 05209 000102651599
BIC/ SWIFT:UNCRITM1710

Potrebbero interessarti anche:

Opinioni e analisi

«Il contratto è il prodotto della partecipazione di tutta la società civile» Si chiama “Claw-Sword“, l’operazione delle forze militari turche colpevoli degli attacchi aerei...

Rassegna Stampa

Siamo stati nei luoghi maggiormente colpiti dal sisma, dove i soccorsi ancora non si vedono. I sopravvissuti, maggioranza curda, sono stati abbandonati da Ankara....

Rassegna Stampa

TURCHIA. La vigilia del voto vista dal Kurdistan. La piazza dell’Hdp si riempie di musica e danze, gli agenti antisommossa blindano la festa. Timore...

Rassegna Stampa

Il clima elettorale turco è ormai bollente. I colpi bassi della politica delle calunnie in questi giorni avevano mostrato, ovviamente sui social, uno dei...