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Iraq

Iraq dopo le elezioni: e adesso?

Il 12 maggio si sono svolte le elezioni del Parlamento in Iraq. Alla pubblicazione dei risultati elettorali sono seguite subito le prime richieste di nuove elezioni basate su accuse per brogli. A Erbil il segretario generale del partito Gorran, Omer Said Ali, il Dr. Barham Salih della Coalizione per la Democrazia e la Giustizia, Selahaddin Bahaeddin del Movimento Islamico in Kurdistan, Ali Bapir della Comunità Islamica in Kurdistan, Kawe Mahmud del Partito Comunista e İrfan Abdulaziz del Partito del Movimento Islamico del Kurdistan si sono incontrati per analizzare i risultati delle elezioni del parlamento iracheno. I risultati dell’incontro sono poi stati comunicati al pubblico. Una delle richieste più importanti è rappresentata dall’annullamento delle elezioni nel Kurdistan del sud e nelle zone contese come Kirkuk. Una simile richiesta da parte di sei partiti, significa una perdita di legittimazione delle elezioni nel Kurdistan del sud. Con questo diventa chiaro che i problemi che in realtà dovevano essere risolti dalle elezioni, ora diventano ancora più profondi.

Effetti sulle elezioni regionali

Le reazioni dei partiti del Kurdistan del sud rispetto alle elezioni parlamentari irachene, senza dubbio avranno effetti anche sulle elezioni regionali in Kurdistan del sud a settembre di quest’anno. Le reazioni attuali sono un segnale del fatto che le elezioni nel sud si svolgeranno in modo ancora più teso e conflittuale. Perché i partiti del Kurdistan del sud attribuiscono alle elezioni regionali un significato chiaramente più alto che alle elezioni parlamentari irachene. Che neanche un capo di partito fosse candidato nelle elezioni del parlamento iracheno ne é un segnale inequivocabile. Così tutti i partiti sono impegnati a prepararsi alle elezioni regionali per portare il Kurdistan del sud sotto il proprio controllo.

Kirkuk è un nodo importante

I risultati delle elezioni a Kirkuk come zona contesa, tuttora non sono stati pubblicati. Il Fronte Turkmeno dell’Iraq (ITC), legato al Presidente turco Tayyip Erdoğan, non ha riconosciuto i risultati elettorali a Kirkuk. Non si è trattato solo di reclami. Membri armati del Fronte hanno marciato nelle strade e hanno minacciato quartieri, case e elettori curdi. Su alcune sedi di partito è stato perfino aperto fuoco indiscriminato. Arshad Salihi, Presidente dell’ITC ha proclamato pubblicamente che è stato fatto ricorso contro le elezioni e che ci sarà un incontro con Nuri al-Maliki. Alcuni rappresentanti dell’ITC sono passati a minacce aperte e hanno dichiarato che nel caso di riconoscimento di questi risultati elettorali, la crisi a Kirkuk diventerà ancora più profonda. Queste minacce ci mostrano che a Kirkuk può scoppiare un conflitto curdo-turkmeno pianificato da Erdoğan e attuato dall’ITC. Già da tempo Erdoğan usa l’ITC per disturbare le elezioni a Kirkuk e in Iraq. I più recenti sviluppi mostrano che a Kirkuk possono scoppiare nuovi conflitti in qualsiasi momento.

Per fermare le attuali tensioni, il Presidente iracheno Haydar Abadi ha fatto appello perché “tutti i partiti riconoscano i risultati elettorali”. Tuttavia non è chiaro quanto saranno influenti le parole di Abadi. Se si considerano le dichiarazioni dei partiti collegati con l’ITC, diventa chiaro che le parole di Abadi non avranno conseguenze di grande portata. Gli attuali sviluppi chiariscono che le elezioni si sono svolte ma che non sono stati risolti i problemi impellenti, che si sono invece ulteriormente inaspriti.

Il significato delle elezioni dal punto di vista delle potenze internazionali e regionali

Per imporre i propri interessi, potenze internazionali e regionali nell’ambito delle elezioni per il parlamento iracheno hanno sostenuto singoli partiti, gruppi e liste elettorali. L’ITC sostenuto da Erdoğan e dalla Turchia non è riuscito a raggiungere i risultati desiderati. L’ITC inoltre ha intrapreso passi per confondere la situazione a Kirkuk e fomentare conflitti locali. Haydar Abadi (lista Nasir), Mukteda Es Sadr (lista Sariun) e Amr Hekim (lista El-Hükme) sostenuti dagli USA, non sono riusciti a ottenere i risultati desiderati, ma si sono rivelati forti. La lista guidata da Sadr ha raggiunto il primo posto. La lista guidata da Hadi Amiri, sostenuta dall’Iran, ha potuto conquistare molti voti. In alcuni distretti elettorali è arrivata al primo posto, in altri al secondo. Nuri Malik è rimasto al di sotto delle aspettative. Anche se le forze sostenute dagli USA e dall’Iran sono in gara tra loro, si rivela che i gruppi sostenuti dagli USA sono avanti. Questo avrà effetti anche sul nuovo governo ancora da formare. Le elezioni rendono chiaro che l’Iraq anche dopo le elezioni è fortemente influenzato dalle contraddizioni tra gli USA e l’Iran e fungeranno da sede delle dispute.

Come vengono risolti i problemi tra Bagdad e Erbil?

Un altro aspetto di cui tenere conto sono i problemi tra il Kurdistan del sud e l’Iraq, la cui soluzione era stata in gran parte rinviata al periodo successivo alle elezioni. I risultati elettorali indicano che i problemi nel prossimo periodo si aggraveranno ulteriormente. Perché i partiti che puntano su un dialogo tra Bagdad e Erbil, per la maggior parte non hanno raggiunto la quota di voti alla quale aspiravano. Dalla parte irachena si vede una situazione analoga. Tutto quindi indica che una soluzione è più lontana e che c’è da aspettarsi un’intensificazione dei problemi.

Seyit Evran sulle prime elezioni parlamentari in Iraq dalla vittoria sullo Stato Islamico

http://civaka-azad.org/irak-nach-den-wahlen-und-nun/

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