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In this photo taken Wednesday, Oct. 8, 2014, a 15-year-old Yazidi girl captured by the Islamic State group and forcibly married to a militant in Syria sits on the floor of a one-room house she now shares with her family after escaping in early August, while speaking in an interview with The Associated Press in Maqluba, a hamlet near the Kurdish city of Dahuk, 260 miles (430 kilometers) northwest of Baghdad, Iraq. The girl was among hundreds of women and girls from the Yazidi religious minority captured by Islamic State fighters in early August when the militants overran their hometown of Sinjar in northwestern Iraq. Hundreds were killed in the attack, and tens of thousands fled for their lives, most to Kurdish-held parts of the north. (AP Photo/Dalton Bennett)

Donne

TAJÊ: Donne yazide rapite e vendute ad Afrin

TAJÊ ha affermato che donne ad Afrin sono state rapite e vendute come lo sono state a Shengal e ha confermato che la società yazida è stata soggetta non solo ad una aggressione psicologica, ma anche ad altre tipologie di attacco che mirava a distruggerla culturalmente.

Il Movimento della libertà delle donne yazide (Tevgera Azadiya Jinên Êzidxanê -TAJÊ) ha affermato in una dichiarazione che lo Stato turco e le sue bande di mercenari hanno portato la forzatamente gli yazidi in una mosche aper convertirli con la forza all’islam. TAJÊ ha dichiarato che le donne yazide ad Afrin sono state rapite e vendute come lo sono state a Shengal e ha confermato che la società yazida è stata non solo ad un aggressione psicologica, ma anche ad altre tipologie di attacco che mirava a distruggerle culturalmente.
La dichiarazione ha affermato tra le altre cose: “Tutti i popoli del Medio Oriente che hanno difeso la loro stessa esistenza e hanno protetto la loro cultura nel 21° secolo sono stati presi di mira dal potere sovrano. Ripetute politiche genocide sono state attuate da parte dalle potenze dominanti contro il popolo yazida, la cultura più vecchia della Mesopotamia ed in qualche modo la vera essenza della cultura curda. Questi attacchi alla società yazida non sono solo fisici. Questi attacchi stanno anche distruggendo il suo patrimonio culturale, i luoghi storici e sacri, così come le credenze degli Ezidi, le loro idee e il loro spirito.

TAJÊ ha richamato l’attenzione sulle pratiche disumane a cui è stata soggetta la società Ezidi in Afrin:

” Nell’ultimo periodo i barbarici poteri dominanti, affermando di agire per conto dell’Islam allo scopo di dominare il Medio Oriente e di attuare le loro politiche omicide,hanno attaccato la società yazida: questa politica è ben documentata su quello che è successo a Shengal. Proprio come queste politiche genocide sono state perpetrate a Shengal, adesso essi vogliono attuarle ad Afrin” afferma la dichiarazione.
E prosegue: ” Ad Afrin i loghi dove la comunità yazida ha vissuto sono stati presi di mira. La cultura yazida, i siti storici, i lluoghi sacri sono stati bruciati dai fascisti, che li hanno saccheggiati. Volevano distruggere la consapevolezza storica della società. Hanno evacuato 22 villaggi dove viveva la comunità yazida e hanno portato arabi e turcomanni per sostituire i vecchi cittadini. Queste persone non erano appartenenti ma il regime vuole cambiare la demografia della zona di Afrin. Tuttavia, nonostante gli attacchi fascisti, alcuni membri delle comunità yazida legati alla terra non hanno abbandonato i loro villaggi. Come hanno fatto le bande dello Stato turco ed i mercenari hanno fatto a Shengal, essi hanno rapito e venduto donne yazide, hanno costretto la popolazione yazida ad andare in moschea contringendole a convertirsi.

 

La dichiarazione ha sottolineato anche che: ” Attraverso la storia, la cultura, le credenze ed il pensiero degli yazidi è stato esposto a questo tipo di attacchi ed è stato preso di mira. E all’interno della società yazida, le donne yazide sono state un bersagli privilegiato.. E questo perchè essi volevano distruggere le donne yazide che sono le prottetrici della cultura e della vita.

Facendo appello ad unire le forze e ad attuare una lotta comune TAJÊ afferma: ” Cerchiamo di essere unite nella lotta a difesa della società yazida che adesso vie ad Afrin , come siamo state unite nella difesa di Shengal. Cerchiamo di essere unite smascherando le bugie e le politiche repressive attuate nel nome della sicurezza. Cerchiamo di attuare una lotta comune contro il fascismo dello Stato dominante. Tutte le donne combattono per la libertà; spezziamo gli attacchi contro le donne yazide. Prendiamo parte nella resistenza ad Afrin e intensifichiamo la lotta fino alla vittoria”.

ANF
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