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Interviste

La Turchia vuole costruire un nuovo califfato

Dopo l’ingresso nella città nel nord della Siria le sono sotto la minaccia di violenza e oppressione. Un colloquio con Nilüfer Koc. Nilüfer Koc è Co-Presidente del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK).Prima dell’ingresso dell’esercito turco e delle bande jihadiste alleate a Afrin nel cantone del nord della Siria venivano promossi progetti per l’emancipazione delle donne e l’ecologia. Qual è la situazione ora?

Il 95 percento della popolazione è fuggito da Afrin. Nel 58° giorno della resistenza della città le Unità di Difesa del Popolo l’hanno evacuata per impedire la distruzione totale e un massacro. Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato di »pulire« etnicamente Afrin. Banditi e criminali salafiti hanno accerchiato la città e la depredano. Chi non è fuggito abbastanza in fretta viene tenuto in ostaggio. Il regime turco progetta di insediare a Afrin gruppi razzisti da lui finanziati e un cosiddetto Consiglio Nazionale per l’amministrazione. Dato che dopo i saccheggi e la violenza contro la popolazione c’è stata agitazione a livello internazionale, Erdogan ora vuole istituire un regime di democrazia apparente. Persone che si prestano a questo ci sono sempre, tra loro probabilmente anche curdi e donne.

Le persone di diversa nazionalità e religione che vivevano a Afrin, fino all’ultimo non volevano lasciarla. Avevano saputo com’è amministrasi da sé da cittadini consapevoli. La loro fonte di entrare principale era la coltivazione ecologica di olive e una lavorazione ben funzionante. Ora molti hanno trovato rifugio in una vicina località arabe. I cittadini di Afrin un tempo avevano accolto a loro volta famiglie arabe che erano fuggite dalla guerra da Aleppo.

Quale crollo culturale e politico significa l’ingresso turco?

C’è da temere che le donne vegano costrette sotto veli neri, non abbiano più accesso all’istruzione. Vigeranno regole della Sharia. Verrà abolita la giurisdizione democratica e si stabilirà un dominio maschile retrogrado appena calerà l’attenzione internazionale.

Quando nel dicembre 2017 sono stata in visita a Afrin, molte donne arabe erano andate a votare per la prima volta per eleggere i co-Presidenti del cantone. In precedenza i loro uomini votavano per loro. In tutti i gruppi locali l’accettazione e la libertà aveva un grande valore. All’università di Afrin c’era l’accademia della scienza delle donne, la cosiddetta Jineologii. Per garantire la partecipazione delle donne e insegnare la libera espressione delle proprie opinioni fin da piccoli, si è lavorato alla riforma di piani di studio per le scuole e impostazioni pedagogiche per gli asili. Accanto alle associazioni di insegnanti di genere misto, c’erano associazioni di insegnanti donne per promuovere l’emancipazione. Questo valeva anche per le associazioni economiche.

Si sente dire che le Unità di Difesa del Popolo e delle Donne pianificano azioni di guerriglia …

In primo luogo si trattava del fatto di salvare la popolazione. Ma è da ritenere che le unità esperte nella lotta contro IS scacceranno gli occupanti da Afrin. Noi ci aspettiamo una reazione da parte della Comunità Internazionale degli Stati. Diversamente dalla milizia terroristica anonima IS, la Turchia potrebbe essere portata davanti a un tribunale internazionale se viola la legalità internazionale. La Turchia ha commesso un atto illegale di violenza e davanti agli occhi dell’opinione pubblica mondiale vuole costruire un nuovo califfato. Il governo tedesco [degli Stati europei] per questo deve invitarla all’ONU e nella NATO a lasciare Afrin, a restituire il cantone alla popolazione espulsa.

La cancelliera Angela Merkel, CDU e il Ministro degli Esteri Heiko Maas, SPD, mercoledì scorso per la prima volta hanno chiaramente criticato l’ingresso turco a Afrin.

L’ingresso criminale attuato con carri armati tedeschi deve essere annullato. Chiediamo alle attiviste e agli attivisti di non smettere di fare pressione sul governo. Deve agire sulla Turchia, politicamente, giuridicamente, dal punto di vista diplomatico e economico. L’assalto lesivo della legalità internazionale da parte della Turchia nei confronti di Afrin non è un problema curdo: Se IS torna a rafforzarsi, ci saranno anche attacchi in Europa e negli USA.

https://www.jungewelt.de/artikel/-t%C3%BCrkei-will-ein-neues-kalifat-errichten.html

 

Intervista: Gitta Düperthal

 

 

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