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Kurdistan

Liberatori sotto tiro

Continua l’offensiva turca contro i curdi in Siria. Gli USA criticano Ankara-L’operazione militare “Scudo dell’Eufrate”, iniziata con la conquista della città di confine siriana di Jarablus da parte di truppe turche e milizie siriane alleate iniziata alla fine della scorsa settimana continua con la stessa intensità. Lunedì le forze armate turche hanno annunciato di aver ripulito dieci villaggi nella regione a sud di Jarablus e tre villaggi nella zona di Al-Rai (turco Cobanbey) dai “terroristi”. La parte principale delle azioni di combattimento erano rivolte contro le milizie curde delle Unità di Difesa del Popolo YPG e contro le Forze Siriane Democratiche (FDS) alleate con loro. Su Twitter intanto sono apparse le prime immagini di combattenti curdi prigionieri. Componenti di gruppi jihadisti che partecipano all’offensiva turca posano con i tesserini YPG dei combattenti. Alcuni dei prigionieri mostrano evidenti segni di torture.

Per quanto tempo le truppe turche agiranno sul territorio siriano e che dimensione dovrà raggiungere il territorio occupato da Ankara non è chiaro. Il vice Presidente del Consiglio della Turchia, Numan Kurtulmus, lunedì ha sostenuto che non si intenderebbe, »rimanere in Siria«. Il governo a Damasco inoltre sarebbe stato informato preventivamente dell’operazione.

Sempre lunedì il Ministro degli Esteri Mevlüt Cavusoglu, ha riaffermato che l’obiettivo sarebbe di respingere verso est le forze curde. »Le YPG devono ritirarsi oltre Eufrate verso est. (…) Se non lo fanno, verranno attaccate.« Alla richiesta di una ritirata delle forze curde oltre l’Eufrate si sono uniti anche gli USA. Tuttavia già lunedì un rappresentante ufficiale degli Stati Uniti per la prima volta ha criticato aspramente gli scontri tra le milizie pro-turche e i combattenti curdi. »Vogliamo rendere chiaro che troviamo questi scontri – in zone dove non c’è IS – inaccettabili e profondamente preoccupanti«, ha twittato il diplomatico Brett McGurk da un incontro del Ministero della Difesa USA.

Intanto milizie curde e delle FDS hanno iniziato a rafforzare le postazioni nella città di Manbij, liberata solo poco tempo fa da IS dato che si presume che questa sarà il prossimo obiettivo di Ankara. Nelle città curde nel nord della Siria ci sono state manifestazioni con il motto “Fuori la Turchia dal Rojava e dalla Siria”.

 

di Peter Schaber

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