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Kurdistan

Cittadini di Kobanê espulsi da Maraş

150 cittadini di Kobanê che hanno trovato rifugio nella provincia di Maraş dopo essere fuggiti dagli attacchi delle bande di ISIS sono stati espulsi dalla città a mezzanotte.Squadre di polizia ,che hanno agito su istruzione del governatore dell’Uffico del governatore,hanno fatto irruzione nelle baracche dove le presone provenienti da Kobane alloggiavano sin da quando sono arrivate,tentando di deportare 150 persone nel pieno dell’inverno e non consentendo a loro di prendere persino la loro roba.

Le persone di Kobanê sono state portate a Suruç nel distretto di Urfa e lasciate fuori al freddo.Le 25 famiglie espulse da Maraş sono approdate in città con l’aiuto dei loro parenti, dopo aver migrato tre mesi fa dai villaggi di Kasime, Kine e Elecax a Kobanê circa tre mesi fa.

I cittadini di Kobanê ,costituiti prevalentemente da bambini e anziani,hanno iniziato più tardi a vivere in una scuola in costruzione vicino al tribunale.

Guadagnandosi da vivere lavorando nei campi di cipolle, di cotone e di pepe verde per 20 lire turche al giorno,i cittadini di Kobanê sono stati in grado di comprare tende,letti e sufe per il riscaldamento con i propri mezzi.“L’ufficio del governatore di Maraş ha dato un’ordine.Questo non è il vostro posto,non potete stare qui.Dovete lasciare la città in 5 minuti” ha detto la polizia che ha fatto irruzione in tarda serata nello spazio abitativo dei rifugiati.

Reagendo alle persone di Kobanê people che avevano chiesto tempo fino al mattino per lasciare la città a causa delle pesanti piogge,la polizia ha costretto frettolosamente le 150 persone su camion e minibus e li hanno portati fuori dalla città.La polizia ha portato prima le persone al portale di confine di Mürşitpınar per rimandarli indietro a Kobane,dove la battaglia con le bande di ISIS sta ancora continuando.I rifugiati sono stati portati più tardi a Suruç e lasciati fuori al freddo di fronte al garage della Municipalità utilizzato come deposito di materiale per gli aiuti.

Sono stati i lavoratori della municipalità di Suruç e i mebri dell’organizzazione del DBP del distretto che sono venuti in aiuto dei cittadini di Kobani che aspettavano in una forte pioggia,e sono stati alloggiati nella casa per le condoglianze della Municipalità nel villaggio di Aligor.

Reagendo contro ciò a cui sono stati sottoposti,l’ottantenne Done Ahmet ha affermato che:”Volevano che fossimo pronti per andarcene in 5 minuti,respingendo le nostre richieste di darci tempo fino al mattino.Dopo ci hanno portato qui,non permettendoci di prendere le nostre cose.Che cosa volevano da noi?”.

Ahmet ha osservato che dopo essere fuggiti da casa loro a causa degli attacchi ISIS, sono stati sottoposti alla crudeltà dello stato turco.

Makbule Ahmet che è stato costretto a lasciare Kobane nello stesso modo,insieme a cinque bambini,denuncia che sono stati costretti a lasciare Maraş persino senza prendere i loro soldi da dove lavoravano.Lei ha detto che:”la polizia ci ha detto che le autorità volevano che ce ne andassimo.Non capivamo la loro lingua,ma hanno usato la nostra,dicendoci di andarcene immediatamente e costringendoci a fare così senza permetterci neanche di prendere le tende e le sfute per i riscaldamento che avevamo comprato con i soldi che avevamo guadagnato sin da quando siamo arrivati qui tre mesi fa”

ANF

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