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Siria

Condizioni difficili per i rifugiati in fuga da Serêkaniyê

[divider]31 dicembre 2012 [/divider]Decine di migliaia di persone sono fuggite dalla città del Kurdistan Occidentale Serêkaniyê e si sono spostate a Ceylanpınar (Urfa) per sfuggire agli scontri, in corso dalla fine di Novembre, tra i gruppi armati e le Unità di Difesa del Popolo (YPG). Gli scontri in città sono scoppiati per la prima volta tra l´esercito del regime di Assad e numerosi gruppi armati che sarebbero affiliati all´Esercito Siriano Libero e sarebbero sostenuti dal governo turco.

Donne e bambini costituiscono la maggior parte della popolazione sfollata che sta affrontando in questo momento difficili condizioni di vita a Ceylanpınar (Serê Kanî). Alcune migliaia di queste persone sono state inviate all´interno di campi profughi, mentre oltre cinquemila hanno cominciato a vivere in città con le loro famiglie e parenti. Migliaia d´altri hanno affittato case, hanno eretto tende nei giardini della città o sopravvivono in case abbandonate e negozi.

İsmail Arslan, sindaco di Ceylanpınar, racconta che gli impiegati della municipalità ed anche gli abitanti della città stanno visitando e aiutando nel miglior modo possibile la popolazione proveniente da Serêkaniyê. Arslan ha richiamato l´attenzione sulle difficili condizioni delle famiglie esortando le potenze e gli stati a cessare il loro sostegno ai gruppi armati che stanno attaccando la città: in questo modo il clima di conflitto terminerebbe e la popolazione potrebbe tornare nella sua città d´origine al più presto.

Edla Hesen, cinquantasei anni, che sta sopravvivendo all´interno del giardino di un cittadino che la sta aiutando nel quartiere Aydınlık di Ceylanpınar, racconta di aver abbandonato la sua città d´origine ed essere giunta qui per proteggere i suoi figli dalla ferocia dei gruppi armati. Hesen dice che lei ed i suoi otto figli sopravvivono grazie agli aiuti finanziari della municipalità del BDP e degli abitanti del quartiere.

Un´altra donna, Eyşe Abdulkadir, condanna quelli che hanno costretto a fuggire la sua famiglia e migliaia di altre persone. Lei e altre cinque famiglie cercano di andare avanti in un edificio che è ancora in fase di costruzione, senza porte nè finestre: per evitare che il freddo penetri all´interno, coprono le entrate con coperte e nylon. Eyşe racconta di essere tornata indietro su invito delle autorità ufficiali ma la popolazione è stata comunque bombardata dagli aerei da guerra il primo giorno. “Non crediamo nè abbiamo fiducia nei gruppi armati nè nel regime di Assad, i quali hanno devastato tutte le abitazioni ed i luoghi di lavoro della nostra città. Hanno ucciso molte persone in massacri senza precedenti. Anche qui i nostri figli non riescono a dormire dalla paura”.

Un´altra donna proveniente da Serêkaniyê, Fatima Ezîz, di quarantasette anni, racconta che tutte le persone di Serêkaniyê vivevano in pace finchè le forze dell´Esercito Siriano Libero (FSA) non sono entrate in città negli ultimi mesi. “Non ci sono problemi tra noi kurdi e gli arabi: abbiamo dovuto andarcene tutti quanti dopo gli attacchi del FSA, che hanno devastato le nostre case, hanno ucciso i nostri figli di quattordici anni e ci hanno costretto a scappare qui per salvare le nostre famiglie”, afferma. Fatima, che ora vive in una casa in rovina fatta di terra con circa altre trenta persone che condividono la sua stessa sorte, dice che non esiterebbero a tornare a vivere nelle loro case, anche se fossero distrutte ed inutilizzabili, una volta finito il conflitto in corso nel luogo.

Selanik Homan, di Ceylanpınar, rivela che le vite degli abitanti sono state sconvolte dall´inizio degli scontri a Serêkaniyê: “Gli abitanti di Ceylanpınar hanno cominciato a vivere nell´inquietudine e nella paura quando gli scontri sono cominciati. La città, che aveva una popolazione di 46mila abitanti, adesso ospita 75mila persone. Il rumore degli scontri e dei bombardamenti ha profondamente influenzato le persone qui ed i loro figli, che si svegliano nel cuore della notte iniziando a piangere. Siamo veramente preoccupati anche quando mandiamo i nostri figli a scuola”. Homan osserva che gli abitanti di Ceylanpınar sono anche preoccupati per i numerosi membri dei gruppi armati che si sono spostati in città insieme a migliaia di civili in fuga da Serêkaniyê, a causa del previsto aumento dei casi di furto, di rapina e a causa dei disordini.

ANF / URFA
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