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Turchia

RSF: la Turchia è la più grossa prigione del mondo per i giornalisti

[divider]11 Dicembre 2012 [/divider]Reporter senza Frontiere ha pubblicato oggi le conclusioni dell´inchiesta che ha condotto negli ultimi mesi sui giornalisti in carcere in Turchia.

“Con un totale di 72 operatori dei media attualmente in carcere, di cui almeno 42 giornalisti e 4 assistenti detenuti in relazione al loro lavoro, la Turchia è ora la più grossa prigione del mondo per i giornalisti –un triste paradosso per un paese che si ritrae come un modello per la democrazia nella regione”, ha affermato Reporter Senza Frontiere.

“Il numero di giornalisti detenuti non ha precedenti dalla fine della dittatura militare ma non è sorprendente considerando i problemi strutturali del sistema giudiziario turco – legislazione molto repressiva con disposizioni generali e vagamente formulate che permettono qualsiasi tipo di eccesso, e marcatamente atteggiamenti giudiziari paranoici che privilegiano problemi di sicurezza a scapito del diritto alla difesa e della libertà di informazione. La maggior parte dei giornalisti in carcere è costituita da rappresentanti dei media kurdi, una situazione che sottolinea ancora una volta il fatto che la libertà d´informazione in Turchia è strettamente connessa alla ricerca di una soluzione pacifica per la questione della sua minoranza kurda.

Le autorità turche hanno apparentemente cominciato a considerare la portata del problema. Il cosiddetto ´terzo pacchetto di riforme giudiziarie´ (Legge 6352 del Luglio 2012) ha condotto negli ultimi mesi alla liberazione condizionale di una quindicina di giornalisti, alcuni dei quali erano in carcere da anni. Ma i loro casi sono solo sospesi ed un numero ancora maggiore di giornalisti sta aspettando di essere rilasciato”.

“Peggio ancora, non si è praticamente verificata nessuna battuta d´arresto nel ritmo in cui sempre più giornalisti vengono arrestati, incarcerati e condotti a giudizio. Ció si è potuto vedere ancora una volta la settimana scorsa, quando Sadiye Eser, una giornalista del quotidiano di sinistra Evrensel, è stata arrestata. Secondo le nostre stime, almeno 61 giornalisti sono stati arrestati nel 2012.

Sebbene il panorama mediatico della Turchia sia ampio e diversificato, il giornalismo critico e d´inchiesta è spesso criminalizzato – una tendenza che si è rafforzata a causa di un rinnovato incremento delle tensioni che circondano la questione kurda. Solo una revisione completa della legge anti-terrorismo e l´abrogazione di circa 20 articoli repressivi del codice penale saranno in grado di affrontare la problematica.

Queste riforme legislative dovranno essere accompagnate da mutamenti nelle prassi giudiziarie in linea con le decisioni della Corte Europea per i Diritti Umani – ció significa un utilizzo molto minore della detenzione preventive, rispetto del diritto all´informazione in merito ad argomenti di pubblico interesse, protezione delle fonti dei giornalisti ed un sistema giudiziario più indipendente e trasparente”.

Metodo di analisi

La lista dei giornalisti incarcerati presentata di seguito è stata compilata secondo le procedure del “barometro sulla libertà di stampa” di Reporter Senza Frontiere, che utilizza un metodo preciso, uguale per tutti i paesi e che richiede un´analisi dettagliata di ogni caso.

I giornalisti, gli assistenti e gli altri sono stati aggiunti alla lista solo quando è stato stabilito che sono stati incarcerati in relazione alle loro attività giornalistiche. Per determinarlo, Reporter Senza Frontiere ha considerato le procedure giudiziarie (fascicoli di accusa e difesa e domande poste durante l´interrogatorio) ed il contesto (storie presentate dal giornalista, esistenza di controversie precedenti e contesto politico).

Fattori determinanti nella maggior parte dei casi elencati di seguito sono rappresentati dalla debolezza delle accuse,dall´assenza di prove concrete, dal prolungamento ingiustificato della detenzione preventiva e dalla disponibilità a considerare il normale lavoro giornalistico –come intervistare personaggi noti sotto processo, ricevere documenti da organizzazioni illegali o riferire di manifestazioni pacifiche – come un´attività illegale.

I giornalisti elencati nel “barometro sulla libertà di stampa” non sono gli unici ad essere difesi da Reporter Senza Frontiere. L´omissione del nome di un giornalista dalla lista non costituisce una presunzione di colpevolezza più di quanto la presenza sulla lista non costituisca necessariamente il riconoscimento della completa innocenza.

Invece di cercare di sostituirsi al sistema giudiziario, Reporter Senza Frontiere rileva semplicemente se a suo parere la detenzione è opportuna o meno. Alla luce delle informazioni disponibili, in alcuni casi invita al ritiro delle accuse contro il giornalista, in altri ad una liberazione condizionale seguita da un processo equo.

Diversi fattori rendono l´indagine sui casi dei giornalisti incarcerati particolarmente difficile in Turchia. Uno di questi è rappresentato dalla lentezza del sistema giudiziario e dalla mancanza di trasparenza. Molti di loro trascorrono mesi e qualche volta anni in prigione prima di sapere di cosa sono accusati.  Ai detenuti, alle loro famiglie ed agli avvocati non è sempre consentito l´accesso al fascicolo completo del caso.

Un altro grande ostacolo è la marcata politicizzazione dei media e la diffusa assunzione che non abbiano assolutamente nessuna autonomia. Questo postumo della storia recente non riguarda solo il lavoro dei giornalisti ma anche il sistema giudiziario. I procuratori ed i giudici sono particolarmente veloci a comparare la scrittura di notizie all´attivismo politico ed anche al terrorismo.

Esistono innumerevoli esempi di commenti in tal senso da parte dei rappresentanti politici. Il Primo Ministro ha suscitato grande scalpore nel 2011 quando ha paragonato ad una “bomba” un libro non ancora pubblicato, scritto dal giornalista Ahmet Sik. Ma il Ministro degli Interni Idris Naim Sahin è andato anche oltre, nel Dicembre 2011, quando ha dichiarato che “la pittura (…), la poesia e scritti vari” potrebbero costituire atti terroristici.

Di conseguenza, il sistema giudiziario turco spesso conduce un´analisi politica piuttosto che una legale e giudiziaria. Se, per esempio, i giornalisti sono critici verso il Governo nella loro copertura della questione kurda, i procuratori ed i giudici tendono a concludere dunque che condividono lo stesso punto di vista del Partito dei Lavoratori del Kurdistan e devono essere accusati di appartenenza a quest´organizzazione separatista armata.

Reporter Senza Frontiere esorta il sistema giudiziario a rispettare le convenzioni internazionali sottoscritte dalla Turchia, le quali prevodono che la libertà di espressione possa essere limitata solamente nelle circostanze in cui incita esplicitamente all´odio e alla violenza. Allo stesso tempo, il Consiglio d´Europa e l´OSCE scoraggiano l´uso della detenzione per punire abusi della libertà d´espressione in quanto essa possiede un effetto intimidatorio.

Reporter Senza Frontiere esorta i giudici turchi a rilasciare immediatamente tutti i giornalisti e gli assistenti che sono stati incarcerati in connessione al loro lavoro, ed è pronta a discutere con le autorità delle misure che dovrebbero essere adottate per affrontare le radici di questo problema.

Chiede inoltre la collaborazione di avvocati, parenti e colleghi dei giornalisti, i cui casi sono ancora oggetto di indagine, in modo da poter ottenere le informazioni aggiuntive di cui ha bisogno.

Da leggere anche: Rapporto di Reporter Senza Frontiere “Media and justice in Turkey – mistrust and repression” (Giugno 2011)

Giornalisti in carcere in relazione al loro lavoro:

• Bayram Namaz • Füsun Erdogan • Hikmet Ciçek • Tuncay Özkan • Mustafa Balbay • Soner Yalçin • Yalçin Küçük • Turan Özlü • Hasan Özgünes • Tayip Temel • Cengiz Kapmaz • Abdullah Cetin • Ayse Oyman • Cagdas Kaplan • Dilek Demirel • Ertus Bozkurt • Fatma Koçak • Hüseyin Deniz • Ismail Yildiz • Kenan Kirkaya • Mazlum Özdemir • Mehmet Emin Yildirim • Nahide Ermis • Nevin Erdemir • Nilgün Yildiz • Nurettin Firat • Ömer Celik • Ömer Ciftçi • Ramazan Pekgöz • Sadik Topaloglu • Selahattin Aslan • Semiha Alankus • Sibel Güler • Yüksek Genç • Zeynep Kuray • Ziya Ciçekçi • Zuhal Tekiner • Mehmet Emin Yildirim • Turabi Kisin • Özlem Agus • Zeynep Kuris • Sadiye Eser

Assistenti in carcere in relazione al loro lavoro:

• Pervin Yerlikaya • Saffet Orman • Cigdem Aslan • Irfan Bilgiç

Giornalisti in carcere ed assistenti i cui casi sono ancora oggetto d´indagine:

• Ali Konar • Faysal Tunç • Ferhat Ciftçi • Hamit Dilbahar • Kenan Karavil • Murat Ilhan • Nuri Yesil • Ömer Faruk Caliskan • Sevcan Atak • Seyithan Akyüz • Sahabettin Demir • Ahmet Birsin • Sebahattin Sürmeli • Ferhat Arslan • Sultan Saman • Bahar Kurt • Musa Kurt • Mustafa Gök •
Erdal Süsem • Hatice Duman • Hakan Soytemiz • Erol Zavar • Miktat Algül • Sükrü Sak • Mehmet Haberal

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